CONFRONTO ELETTORALE
“la sconfitta del buongoverno”
E’ stato un confronto elettorale da ricordare, una
debacle per la maggioranza di governo senza se e senza ma,
che non conosce precedenti. Il Governo è frastornato,
confuso; spero che vorrà riprendersi.
L’opposizione, al contrario, pur senza alcun merito
particolare, si è presa una bella rivincita, sia pure
interlocutoria in vista del più importante appuntamento
programmato per le elezioni politiche dell’anno venturo.
La sovranità appartiene al popolo, che la esprime nel
segreto dell’urna. La democrazia è bella per
questo.
Personalmente sono contento del risultato, nella misura in
cui esso potrà servire a far comprendere alla maggioranza
in carica le ragioni di tanto malcontento e sfiducia sull’operato
degli ultimi quattro anni.
Con il nostro “Sistema maggioritario” - sia pure
non autentico - non ci sono molte alternative: o di qua o
di là, senza strade intermedie.
Altri tempi nella prima Repubblica. Allora si votava per simpatia
ideologica. Non c’erano programmi elettorali, forse
non servivano, tanti non sapevano neanche leggere.
L’elettore, all’epoca, era l’ultimo a sapere
da chi e come doveva essere governato. C’erano solo
le belle e rassicuranti facce dei candidati che, a urne chiuse,
trovavano sempre la quadra giusta per formare un Governo.
Spesso si chiamava Governo a termine (veniva stabilita la
morte anzitempo, d’ufficio), il Governo balneare (sufficiente
per la durata di una bella vacanza estiva), il Governo istituzionale
(giusto il tempo per organizzare una tornata elettorale),
il Governo ombra (prerogativa esclusiva del partito Comunista,
dove governavano senza che nessuno se ne accorgeva, governo
del nulla).
Chi non ricorda poi le convergenze parallele (essere d’accordo
su tutto senza mai incontrarsi su niente), il compromesso
storico (governare insieme, maggioranza ed opposizione senza
distinzione di ruoli e di compiti), l’importante era
arrivare al termine della legislatura, pur formando un Governo
all’anno.
Cadeva un Governo? Nessun problema!! un piccolo rimpasto con
gli stessi ministri e se ne formava subito un altro (era sufficiente
cambiare poltrona da un dicastero all’altro), con l’appoggio
del quadri o del pentapartito.
Personalmente ho votato la “balena bianca” per
quasi mezzo secolo. La scelta era facile.
A destra non si poteva votare perché i nostri genitori
ricordavano molto bene le amorevoli cure del “Duce”;
a sinistra neanche, dell’Unione Sovietica si avvertiva
il fetore in lontananza.
Il Partito Comunista rappresentava l’opposizione permanente.
Con la fine della guerra fredda ed il crollo del Muro di
Berlino del novembre 1989, il comunismo, per la fortuna di
tutti, sicuramente di tanti, veniva definitivamente sconfitto
dalla storia.
Subito dopo, con l’inizio degli anni ’90, arrivava
“Tangentopoli” che, senza alcun voto popolare,
cancellava dalla geografia politica nazionale, tutti i partiti
di governo dell’epoca.
Tutti ladri, tutti corrotti, tutti liberi, tutti a casa e
nessuno in galera. Per nostra fortuna qualcuno si è
salvato. Volete sapere chi? Ma lo sanno tutti: il Partito
Comunista che, con la svolta della “bolognina”,
intervenuta nel frattempo, aveva cambiato nome. Non più
Partito Comunista, bensì Partito Democratico di Sinistra.
La metamorfosi non fu indolore. Qualche nostalgico sognatore
c’è sempre. Ecco rinascere il Partito di Rifondazione
Comunista. Venne data una fisionomia ed una voce ad una ideologia
che, insieme a quella nazi-fascista, hanno rappresentato,
molto degnamente, i peggiori orrori del ‘900. Farei
molta fatica anche a scegliere il meno peggio.
Sento dire che oggi il “Comunismo” non esiste
più. Sono contento, anzi felice di ascoltare simili
comunicazioni. Sento autorevoli “Leader” dei Democratici
di Sinistra che, in ordine di tempo rappresenta l’ultima
denominazione del Partito Comunista, affermare di non essere
mai stati comunisti nella loro vita. Devo dedurre che, forse,
ho avuto le allucinazioni. Il comunismo non è mai esistito.
Il Muro di Berlino era un’opera d’arte realizzata
per fare esercitare le persone nel “Salto in alto”,
che puntualmente morivano sparati a centinaia, solo perché
non saltavano abbastanza.
Purtroppo non è così. Ancora oggi, il 50% della
popolazione mondiale è governata dall’ideologia
comunista. Il 50% della gente che vive in questo pianeta non
conosce il significato della libertà.
Cara maggioranza di Governo:
• Nel 2001, in troppi, sicuramente in tanti, abbiamo
creduto al tuo programma (Contratto con gli italiani), ti
abbiamo dato fiducia, ti abbiamo affidato la nostra vita e
la sorte dei nostri figli;
• A distanza di quattro anni, pur in una congiuntura
internazionale difficile conseguente all’11 settembre,
agli scandali finanziari, al terrorismo internazionale, so
che avete fatto molto, sicuramente non abbastanza, avviando
“Riforme” epocali che nessun Governo aveva neanche
tentato;
• Molto semplicemente, senza litigi, informate gli italiani
di quello che avete fatto e di ciò che ancora bisogna
fare;
• Bisogna informare la gente che la Riforma della Costituzione
in vista del Federalismo fiscale, non significa spaccare l’Italia
in danno delle Regioni più povere. L’autonomia
impositiva degli Enti locali, costituisce da sempre l’essenza
stessa della democrazia. L’amministratore locale, non
chiederà solo i voti, ma anche le risorse per la spesa
pubblica (oggi arrivano dal centro, paga Pantalone). In tal
modo, potremo meglio valutare i costi ed i benefici.
• Forse ce la possiamo ancora fare;
• In alternativa, staremo cinque anni all’opposizione.
Potremo imparare qualcosa, forse anche a litigare meno.
Vinca il migliore!!
Bari 06 aprile 2005
giovannifalcone@excite.it
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