Mutuando una frase dell’ormai defunto ed indimenticabile
Antonio DE CURTIS, in arte TOTO’, allorquando, in occasione
del film “Gli onorevoli” si promuoveva con lo
pseudonimo “Antonio LA TRIPPA” ove, armato di
un enorme imbuto, utilizzato a mò di megafono, rivolgendosi
ai suoi concittadini napoletani, diceva: “VOTA ANTONIO,
VOTA LA TRIPPA” .
Oggi, non riesco neanche ad immaginare, analoga ed eccellente
interpretazione in territorio partenopeo da parte di un cittadino
lombardo.
Ora, senza entrare nel merito della competizione elettorale
in corso, avendo riguardo, in particolare, ai programmi politici
delle rispettive coalizioni candidate al Governo del nostro
paese, voglio subito esprimere il mio pensiero, “a prescindere”.
Con la presente, come ho già detto, non è mia
intenzione fare un’analisi politica, sulla quale mi
riservo a tempo debito, non prima di aver raccolto alcune
interessanti posizioni critiche circa la mia presunta indisponibilità
nel recepire la enorme novità rappresentata dalla presenza
dell’illustre parlamentare nazionale.
Voglio semplicemente sottolineare che, la mia posizione non
è ideologica, non è preconcetta, nel senso che
sarebbe stata identica, ove mai analoga candidatura avesse
malauguratamente interessato l’attuale maggioranza.
Il mio, è stato un intervento di chi, con il cuore,
prima ancora che con il ragionamento politico, vive la condizione
dell’emigrante, sia pure nazionale.
Una competizione politica locale, come quella vissuta oggi
da Mattinata, proprio perché “locale”,
dovrebbe esprimere, a mio avviso e da ambo le parti, le migliori
forze capaci di proporsi ed imporsi alla guida cittadina.
Non si dovrebbe candidare il parlamentare nazionale pensando
che sia l’unico modo per battere la concorrenza. E’
sleale, prima ancora che inopportuno. Potrebbe addirittura
leggersi come una forma di resa, quasi da ultima spiaggia,
per non essere in grado di esprimere sul territorio, paradossalmente
quello stesso territorio che si vorrebbe governare, forze
capaci per una credibile alternativa.
La politica in generale, ma ancora più quella locale,
intesa come gestione della cosa pubblica, è fatta di
idee, di programmi, di scelte, di voglia di fare, ma soprattutto
di contatto con la gente. Non posso pensare che i mattinatesi,
comunque la pensino, non siano in grado di esprimere, in ambedue
gli schieramenti contrapposti, qualificate candidature aventi
una origine e cultura comune.
Converrete con me che non è il massimo.
Forse il mio è un pensiero provinciale che non riesce
a pensare in grande, ad apprezzare la novità.
Questo è comunque il mio pensiero, “…a
prescindere…”,
Bari, 05 marzo 2005
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