MATTINATA, vista da lontano
Per ragioni professionali, faccio l’emigrante nazionale
da circa 40 anni. Pertanto, vivo i problemi di Mattinata,
(1) del mio “Paese”, ma oserei dire, dell’infanzia
e delle mie origini, non da indigeno mattinatese, ma da semplice
e lontano spettatore.
Ogni tanto, soprattutto d’estate, faccio una capatina,
amo questi luoghi, il paesaggio, il suo profumo, gli amici
che, spesso senza volerlo, mi aiutano a ricordare eventi passati,
che rivivo con immenso piacere, suscitandomi una emozione
che faccio fatica a descrivere.
Questo è il sentimento di un “Mattinatese”,
uno qualunque, che non dimentica né, come è
nella natura stessa di ognuno di noi, potrà mai dimenticare.
Detto questo, sto seguendo con particolare curiosità
la candidatura di un noto personaggio politico nazionale a
Sindaco di Mattinata (2). Resto sorpreso, in parte quasi onorato
di avere, domani, forse, quale primo cittadino, un politico
così ben affermato e conosciuto.
Nello stesso tempo mi chiedo: “Ove mai decidessi, o
ancora meglio mi fosse offerta la possibilità di cimentarmi
in un impegno politico, candidandomi a Sindaco in un comune
della provincia di Agrigento o della Valle d’Aosta,
quale potrebbe essere la mia risposta? Faccio fatica a rispondere,
forse declinerei l’invito”.
Personalmente ho fatto tanti lavori, forse addirittura troppi,
in luoghi diversi e distanti da una parte all’altra
della nostra Penisola, con naturale indifferenza, ponendomi
e proponendomi con lo stesso impegno ed entusiasmo.
Della politica conosco poco, mi piace tantissimo, ne sono
affascinato.
Fare il Sindaco, a mio avviso, non significa solo fare politica,
capire i problemi e ricercare le soluzioni. Fare il Sindaco
di un piccolo territorio significa qualcosa di più.
Significa conoscere il territorio, quel territorio, la gente,
quella gente. Significa stimolare una sensibilità che
nasce da un legame profondo con un ben determinato ambiente,
dove si conoscono i costumi, le abitudini, le tradizioni,
oserei dire le aspettative di tanti, forse di tutti.
Siamo tutti avvolti e coinvolti in un diffuso processo di
generale globalizzazione, parlare in questo modo è
sicuramente indice di un provincialismo miope e campanilistico.
Forse è vero, sono un provinciale e per giunta meridionale,
sono il mattinatese di sempre. Non riesco a cambiare e meno
che mai a comprendere l’importanza della novità.
Vinca il migliore.
Affettuosi Auguri Signor Sindaco da un mattinatese qualunque.
Bari, 26 febbraio 2005
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